Volano gli investimenti in startup hi-tech italiane

Redazione BacktoWork 03/12/2021

Nel 2021 i finanziamenti alle startup italiane raddoppiano e superano quota 1,4 miliardi di euro (+118% rispetto al 2020). Un dato che rappresenta un passaggio storico per il nostro ecosistema, che finalmente “sfonda” la soglia simbolica del miliardo di euro di investimenti, mettendo a segno una crescita annua che non ha precedenti, superiore addirittura al balzo effettuato tra il 2017 e il 2018. 

A fotografare la situazione è la nona edizione dell’Osservatorio Startup Hi-Tech promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con InnovUp - Italian Innovation & Startup Ecosystem. 

“Il dato degli investimenti segna la forte ripresa dell’ecosistema dopo la crisi legata alla pandemia nel 2020, la cui parola d’ordine era stata “tenuta” a fronte della situazione di emergenza affrontata da numerose startup”, dichiara Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-Tech. “Sembra infatti esserci stato un effetto pressoché immediato a seguito delle diverse misure messe in atto a livello istituzionale, testimoniate dalla recente iniezione di ulteriori 2 miliardi al Fondo Nazionale Innovazione, che si vanno ad aggiungere agli 1,3 miliardi già allocati in passato e che bene hanno sostenuto l’ecosistema”.

Le startup italiane nel 2021: i numeri chiave

Secondo i dati di preconsuntivo del 2021, gli investimenti totali in Equity di startup hi-tech italiane ammontano a 1,461 miliardi di euro, un valore più che raddoppiato (+118%) rispetto al totale registrato a consuntivo del 2020 (669 milioni di euro). 

Dei 193 round di finanziamento registrati nell’anno in corso, 115 (pari al 60%) risultano essere “primi round”, vale a dire il primo investimento in assoluto per la startup. Questo valore risulta in linea con quello registrato lo scorso anno, quando i primi round erano stati 94 (pari al 55% dei round 2020). Il taglio medio degli investimenti in primo round è passato da 4,7 milioni del 2020 ai 4 milioni del 2021, dunque registrando un lieve calo. La forte crescita di quest’anno è trainata dall’aumento degli investimenti raccolti nei round successivi: nel 2021, infatti, questi ultimi registrano un taglio medio per singolo round pari a 12 milioni di euro, contro i 9 milioni del 2020.

“Le startup sembrano essere sempre più un veicolo per attrarre capitale all’interno del nostro Paese, un tema che la politica e le istituzioni nazionali dovranno continuare ad affrontare con continuità nei prossimi anni”, commenta Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio. “Rispetto ad ecosistemi europei più maturi, quali Francia, Germania e Spagna, l’Italia è riuscita quest’anno a ridurre notevolmente il gap esistente, nonostante la dimensione del nostro ecosistema corrisponda ancora a circa un ottavo di quello francese, un sesto di quello tedesco e tre quinti di quello spagnolo”.

I finanziamenti da VC e altri attori formali

I finanziamenti provenienti da fondi indipendenti di Venture Capital (VC), fondi aziendali di Corporate Venture Capital (CVC), Governmental Venture Capital (GVC) o Finanziarie Regionali, confermano il loro tradizionale ruolo di guida per l’intero ecosistema grazie ad un incremento di circa il +96%, passando dai 294 milioni di euro del 2020 ai 576 milioni del 2021.

I finanziamenti da attori informali ed Equity Crowdfunding

I finanziamenti da attori informali come Venture Incubator, Family Office, Club Deal, Angel Network, Independent Business Angel, piattaforme di Equity Crowdfunding e aziende non dotate di fondo strutturato di CVC, seconda componente che determina il valore complessivo, registrano a loro volta una crescita superiore al +92%, passando dai 245 milioni di euro del 2020 ai 449 milioni del 2021. 

Tale incremento rispecchia il trend di crescita dell’ecosistema e conferma la forte rilevanza del comparto informale per il tessuto imprenditoriale italiano, giocando anch’esso un ruolo fondamentale al fianco del comparto formale nella ripresa dell’ecosistema.

In questo incoraggiante contesto, il segmento dell’Equity Crowdfunding continua la sua crescita, passando dai 101 milioni di consuntivo 2020 ai 130 milioni di euro di preconsuntivo 2021 (+28%).

I finanziamenti internazionali

La terza ed ultima componente - quella dei finanziamenti internazionali - determina in maniera significativa il raddoppio degli investimenti del 2021, passando da circa 130 milioni di euro del 2020 agli oltre 435 milioni di quest’anno. Il comparto, che lo scorso anno aveva registrato una forte contrazione, fa registrare un vero e proprio exploit con un valore più che triplicato, tornando a costituire circa un terzo dell’intero ecosistema come nel 2019.

I capitali da parte di player esteri nel 2021 provengono prevalentemente dagli Stati Uniti (74%), seguiti dall’Europa (25%).

Un bilancio certamente positivo, ma non basta

“Il risultato di quest’anno accorcia la distanza che ci separa dai principali Paesi europei, per quanto riguarda il volume dei finanziamenti annui che sostengono le nostre startup. Dobbiamo quindi essere orgogliosi del salto in avanti, ma non possiamo ancora ritenerci pienamente soddisfatti” dichiara Angelo Coletta, Presidente di InnovUp. “È necessario che lo Stato renda strutturale l’iniezione di liquidità nell’ecosistema, e non una misura “una tantum”, al fine di avviare un circolo virtuoso che generi un mercato in grado di crescere autonomamente: le startup che operano all’interno dei Paesi europei più sviluppati da questo punto di vista sono sostenute da un mercato pubblico/privato del venture capital che raccoglie decine di miliardi l’anno, è quindi fondamentale ridurre sempre di più questo gap, in modo da evitare che le nostre giovani imprese di maggior successo si trasferiscano all’estero negli stadi successivi alla fondazione. Inoltre, abbiamo forte bisogno di misure che favoriscano il ritorno dei nostri migliori talenti, nati e formati in Italia e poi costretti a rivolgersi altrove per dimostrare il proprio valore, così come dobbiamo rendere ancora più attrattivo il nostro ecosistema per gli startupper di tutto il mondo, perché solo così possiamo iniziare a pensare davvero in ottica globale”. 


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