Meteo Giuliacci, fondatore: "Know-how e brand forte i principali valori"

Redazione BacktoWork 31/12/2020

Il fondatore di Meteo Giuliacci illustra le peculiarità della startup e gli obiettivi da realizzare nel prossimo biennio. 

Brand forte, esperienza decennale sul campo e capacità di sviluppare modelli propri sono i punti chiavi di Meteo Giuliacci, impresa emergente nel settore della meteorologia. Insieme al fondatore Mario Giuliacci abbiamo discusso degli obiettivi che intende raggiungere con la campagna di raccolta fondi e dei progetti che la startup ha in serbo per il prossimo biennio. 

Come è nata l’idea di fondare la startup?

Nel campo della meteorologia ho una lunga esperienza come creatore di “startup”: sono è stato il primo direttore del centro meteorologico dell’aeronautica militare a Milano Linate, ho fondato il centro EPSON Meteo e da qualche anno ho creato un sito per avere una voce nell’ambito della meteorologia. Negli ultimi anni mi sono accorto che, pur senza spingerlo dal punto di vista del marketing ma semplicemente grazie alla qualità dei contenuti e al brand, questo è cresciuto in maniera costante e organica. Per di più un paio di grosse realtà hanno cercato di acquisirlo e di fare loro sia il know-how che il marchio. Ci siamo dunque accorti del valore dell’oggetto che avevamo tra le mani e nell’ultimo anno abbiamo iniziato a trasformarci in startup innovativa per diventare uno dei principali player nell’ambito meteorologico in Italia.

Qual è la vostra peculiarità e in cosa vi differenziate dai concorrenti?

Innanzitutto c’è il know-how e la nostra abilità nel fare meteorologia. Oltre a me che sono un fisico dell’atmosfera e ho insegnato all'università per anni, dietro le quinte ci sono altri esperti che collaborano e varie competenze che gravitano intorno alla realtà del sito. C’è poi la capacità di sviluppare dei modelli propri in house unita ad un brand decisamente forte. È vero che come gli altri dovremmo investire in marketing e in una rete commerciale per poter vendere in maniera efficace in nostri prodotti, ma a differenza dei competitors non abbiamo bisogno di rafforzare il brand. Lo stesso vale per il sito: noi abbiamo in programma di investire tanto in SEO e marketing per curare l’indicizzazione, ma rispetto agli altri non dovremo puntare a rafforzare il marchio perché questo c’è già.

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Qual è la vostra strategia di comunicazione?

Noi abbiamo una fan base già notevole di quasi 100 mila seguaci su Facebook e più di 8 mila su Twitter. La nostra idea è di investire molto sui social network e sul principale motore di ricerca che è Google ma anche di affidarci ad un’agenzia specializzata per l’attività di SEO. Abbiamo poi altri progetti in mente tra cui l’installazione di telecamere nostre ad alta definizione in tutte le principali città italiane per poi utilizzare le immagini sul sito. Se infatti da una parte queste non portano tantissimo traffico diretto, dall’altra sono utilissime nell’indicizzazione: significa essere linkati da tantissimi siti piccoli o grandi e quindi crescere nel rank di Google.

Come intendete utilizzare i fondi ricavati dalla campagna di crowdfunding?

Quella su Back to work è la nostra prima campagna di raccolta fondi ma abbiamo già molte idee su come utilizzare il ricavato. La nostra volontà è quella di usarne una parte importante in marketing sui social, il che significa promozione dei post ma anche investimenti per far crescere ulteriormente la nostra pagina Facebook. Altri fondi verranno poi investiti sul motore di ricerca con l’acquisto di parole chiave, su attività di SEO da affidare ad un’agenzia specializzata e sul rifacimento del sito in maniera innovativa. L’idea è quella di migliorare l’esperienza dell’utente rendendolo customizzato e modificabile da chi vi accede in modo da trovare subito l’informazione ricercata.

Un’altra parte del denaro raccolto tramite il crowdfunding verrà investita in ricerca scientifica con l’inserimento di altri fisici dell’atmosfera specializzati nella modellistica ma anche con l’acquisto di ulteriore potenza di calcolo. La meteorologia è infatti la scienza che ne richiede di più in assoluto: basti pensare che ne occorre una quantità maggiore per prevedere il tempo che per mandare l’uomo sulla Luna. L’atmosfera è infatti un sistema caotico e complesso e pertanto, data la grande potenza di calcolo richiesta, investiremo anche in questo. Vorremmo poi creare una rete commerciale, la cui mancanza è forse il nostro gap più grosso in questo momento: noi abbiamo dei prodotti che potrebbero essere davvero utili per tante aziende in diversi settori ma queste non sanno che c’è e non c’è nessuno che glielo va a proporre. L’obiettivo è quindi quello di andare a prendere dei professionisti capaci e già con notevole esperienza in questo ambito.

Come la pandemia in corso ha inciso sul vostro lavoro?

Dal punto di vista delle modalità lavorative va detto che eravamo ancora poco strutturati e che per noi lo smart working era già la normalità. Io con alcuni collaboratori ho la base a Milano ma abbiamo un altro polo importante anche su Bologna: il trasferimento di informazioni e di dati avveniva pertanto già da remoto.

Non posso non ammettere però che la pandemia ci ha fatto male. Molto spesso i cittadini si recano sui siti meteo per sapere com’è il tempo nel fine settimana o l’indomani per recarsi a lavoro: essendo gli spostamenti limitati, tutti i siti di questo settore hanno subito un calo delle visite. Inoltre il problema ha anche riguardato i prodotti professionali dedicati alle aziende: lavorando queste ad un ritmo ridotto, diversi progetti che avevamo hanno rallentato o sono in stand-by. Per esempio noi siamo all’interno di un consorzio che curerà tutti i servizi per quello che avrebbe dovuto essere Cortina 2021 e stiamo realizzando un prodotto meteo apposta per quell’area con una risoluzione sotto il km. Però non abbiamo potuto firmare il protocollo perché ciò sarebbe dovuto avvenire a marzo. Come questo ci sono altri due o tre lavori in stadio più o meno avanzato ma che sono sospesi a causa della pandemia.

Siamo comunque ottimisti sul futuro. Prevediamo infatti che il calo delle visite sul sito accada anche nei primi mesi del 2021 quando presumibilmente dovremo fare ancora i conti con le restrizioni, ma dovrebbe trattarsi di una situazione transitoria. Lo abbiamo visto anche in estate: non appena c’è stato il liberi tutti gli utenti sono tornati ad informarsi sul meteo perché c’era necessità di spostarsi e prenotare le vacanze. Dunque sappiamo che l’emergenza sanitaria limiterà in parte il nostro agire ancora per qualche settimana ma siamo consapevoli che appena finita questa situazione tutto tornerà come prima.


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