Federico Figini (Helba): "Vogliamo rivoluzionare il mercato spirits coniugando artigianalità e approccio imprenditoriale"

Redazione BacktoWork 02/05/2023

Il gin è una bevanda alcolica che ha una lunga storia e che recentemente sta vivendo una rinascita sul mercato europeo, essendo un ingrediente chiave per cocktail come Negroni, Gin Tonic e Martini che sono tornati molto popolari negli ultimi anni. Anche il mercato italiano sta riscontrando una rapida crescita negli ultimi anni, con un aumento della domanda da parte dei consumatori e un numero sempre maggiore di distillerie. E' possibile suddividere lo scenario in tre macro categorie:

  • GIN INDUSTRIALI: Competizione basata unicamente sul prezzo, produzione standardizzata, basso valore percepito dal cliente.
  • GIN PREMIUM: sono brand prodotti artigianalmente o industrialmente che puntano alla qualità reale e percepita del prodotto. Tra questi si collocano Helba e i suoi diretti competitor Malfy e Portofino. 
  • GIN MICRO ARTIGIANALI: brand distillati in conto terzi o in proprio che si limitano ad una diffusione locale e ad una vendita per passaparola/amicizia.

In quest'ultimo contesto troviamo Helba, startup che commercializza il London Dry Gin "Helba" realizzato con ingredienti presenti sull’Isola d’Elba. Il suo obiettivo è di scalare quote di mercato diventando entro il 2026 uno dei primi 5 brand di gin artigianale in Italia con quote di mercato rilevanti anche all’estero. Per farlo il piano di crescita prevede pressoché di raddoppiare le vendite ogni anno arrivando a superare nel 2026 le centomila bottiglie, con un fatturato di circa cinque milioni.

Abbiamo incontrato il founder e CEO, Federico Figini, per conoscere insieme il gin artigianale della fascia Premium, che ha come obiettivo di arrivare al grande pubblico diventanto entro il 2026 uno dei primi 5 brand di gin artigianale in Italia.

Come è nata l’idea di Helba Gin e come è strutturato oggi il vostro business model?

Helba nasce dal mio amore per l’Isola d’Elba. Volevo celebrare questo territorio meraviglioso con un prodotto che restituisse le sensazioni del suo mare e della sua natura: profumi e sapori mediterranei e senso di leggerezza ed evasione. Il business model vede oggi una struttura molto elastica, con pochi costi fissi e marginalità molto interessanti. Vendiamo al consumatore finale attraverso il nostro e-commerce, Amazon e le enoteche online come Winelivery. La parte più importante del fatturato è rappresentata, però, dal canale HORECA che raggiungiamo sia direttamente, con circa 400 clienti serviti nel 2022, che attraverso una rete di agenti e distributori in continua crescita sul territorio nazionale e all’estero.

Helba

London Dry Gin artigianale dal cuore dell’Isola d’Elba

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Il segmento Gin è in forte crescita: cosa ti aspetti nel medio-lungo periodo? La quantità di player sul mercato rappresenta per voi una reale minaccia?

Tutte le previsioni mostrano che nell’orizzonte temporale su cui si articola il nostro business plan (2023-2026) i trend di crescita saranno importanti e costanti e, soprattutto, continuerà ad essere in crescita la ricerca di prodotti di alta qualità e legati a territorialità specifiche. Prevediamo anche alcune line extension per intercettare probabili trend futuri come quello del gin alcol free e del vermut. La grande quantità di player sul mercato per noi è un’opportunità perché continua ad alimentare il dinamismo e la crescita del mercato di riferimento. Non ci spaventa perchè con il nostro approccio distintivo al mercato fatto di un connubio unico di artigianalità da una parte e forte vocazione all’imprenditorialità e ad una comunicazione disruptive per il settore ci permette di distinguerci dalla maggior parte dei player esistenti e nascenti che non si rivolgono ad un grande pubblico, ma a piccole nicchie di appassionati o, come li chiamo io, “nerd del gin”.

La capacità produttiva di Helba come e quanto può crescere? A che livello può diventare un ostacolo?

La capacità produttiva di Helba può crescere senza alcun tipo di limite o vincolo fino ai numeri previsti nel business plan, cioè oltre le centomila bottiglie all’anno. La distilleria a cui ci affidiamo ha ancora ampi margini di crescita in termini di volumi producibili e, se non dovesse bastare, la ricetta di proprietà e il metodo produttivo definito ci permettono di poterci appoggiare a più fornitori mantenendo invariata la qualità del prodotto.

Winelivery, Nio Cocktails, RedBull City Crusher: ci racconti come sono strutturate le partnership? State lavorando a nuove collaborazioni?

Tutte le partnership citate, come tante altre minori che abbiamo in essere, sono nate quasi spontaneamente grazie ad una condivisione di valori sia dal punto di vista del prodotto che di posizionamento marketing. Winelivery ci distribuisce sui propri canali fisici ed e-commerce, ci supporta con Weedia, la loro agenzia digital data driven interna, nella comunicazione (lanceremo a breve una nuova campagna) ed inoltre è entrata a far parte del nostro capitale, proprio in virtù del feeling che si è creato. Con Nio Cocktail abbiamo lanciato un signature drink, nato dalla maestria di Patrick Pistolesi, che con il suo packaging iconico e il gusto fresco e unico ha riscosso moltissimi apprezzamenti. Abbiamo in cantiere con loro anche diverse attività onfield per la prossima estate. Stesso discorso vale con RedBull con cui abbiamo organizzato diversi eventi e stiamo lavorando ad altri per la stagione che sta per iniziare. Sicuramente nei prossimi mesi annunceremo nuove partnership che sono già in cantiere e tante altre che, sono sicuro, nasceranno nel frattempo.

Quali sono i prossimi obiettivi di Helba? Come sfrutterete i capitali raccolti con la vostra prima campagna di crowdfunding?

L’obiettivo di Helba è di scalare quote di mercato diventando entro il 2026 uno dei primi 5 brand di gin artigianale in Italia con quote di mercato rilevanti anche all’estero. Per farlo il nostro piano di crescita prevede pressoché di raddoppiare le vendite ogni anno arrivando a superare nel 2026 le centomila bottiglie che vorrà dire un fatturato di circa cinque milioni.

I capitali raccolti ci serviranno prevalentemente per operare importanti investimenti nel marketing e nella comunicazione, ma anche per lo sviluppo della rete commerciale, per attuare le line extension di cui ho parlato, per inserire nuove figure nel team e in minima parte per supportare il circolante.

 


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