Covid-19, il 34% delle startup ha cambiato modelli di business

Redazione BacktoWork 30/12/2020

A causa dell'emergenza coronavirus una startup su cinque ha messo in campo iniziative di contrasto alla pandemia, una su tre ha cambiato il proprio modello di business e quasi tutte hanno supportato i cittadini durante i mesi del lockdown: è quanto emerge dal report Startup vs Covid-19 pubblicato da Cariplo Factory, l’hub di innovazione creato da Fondazione Cariplo nel 2016. 

Covid: nuovi modelli di business per le startup

Lo studio ha preso in esame 150 imprese emergenti mettendone in evidenza la flessibilità e la capacità di reagire prontamente ai cambiamenti modificando, se necessario, le proprie priorità e pensando a soluzioni apposite per fronteggiare una situazione emergenziale. Una di esse, CURA, ha per esempio riconvertito i suoi container in unità di terapia intensiva a disposizione degli ospedali. Isinnova invece ha realizzato, stampandole in 3D, cento pezzi di valvole per respiratori. O ancora Waisair ha sviluppato un sito internet che permette di monitorare le file all'ingresso dei supermercati.

Come si legge nel report, il 20% delle imprese intervistate ha portato avanti iniziative di contrasto diretto all’emergenza sanitaria e l’80% ha supportato i cittadini durante le settimane del lockdown. Lo studio ha fatto inoltre emergere che il 34% delle startup ha dovuto ripensare i modelli del proprio business, abbassare o eliminare i canoni di abbonamento e rimodulare le strategie di crescita aziendale per proporre nuovi servizi o servizi complementari a quelli già offerti.

Un esempio ne è Blink, che ha messo a punto un servizio di consegna a domicilio della spesa a Milano tramite la creazione di un e-commerce, ma anche Agricolus che ha offerto agli agricoltori tre mesi di accesso gratuito alla piattaforma per la gestione. Tra le imprese emergenti che hanno modificato il proprio business model figura poi Sentric, che ha creato un portale contenente l'elenco dei negozi che consegnavano direttamente a casa e prolungato gli abbonamenti già attivi.

In generale le loro iniziative hanno spaziato dalla creazione di piattaforme digitali (26%), all’healthcare (15%), fino ad arrivare alla messa in campo di progetti di education & edtech (9%), ai prestiti fintech (5%) e alla tutela della cittadinanza fragile. Per il 72% di esse il cambiamento è stato dettato dall’esigenza di rispondere ad un nuovo bisogno di mercato, per il 44% di creare nuove fonti di ricavo, per il 34% di aumentare la propria legittimità con iniziative di impatto sociale e ambientale e per il 13% per pura sopravvivenza. Lo studio ha infine rilevato anche che l’emergenza sanitaria ha dato una nuova spinta alle imprese per collaborare con le startup: il 34% delle grandi aziende ha ricevuto durante la pandemia una spinta all’Open Innovation e il 22% ha avviato concrete collaborazioni con realtà emergenti.


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