CENSIS: italiani più abbienti pronti a investire nella ripresa post-Covid

Redazione BacktoWork 19/12/2020

Un rapporto del Censis evidenzia la volontà degli italiani più abbienti di investire per aiutare la ripresa economica del paese post Covid. 

Chi possiede patrimoni consistenti sarebbe disponibile ad investire i propri capitali per finanziare la ripresa del paese, messo a dura prova dalla pandemia di coronavirus: è quanto si legge nel rapporto “Investire nel futuro dell’Italia oltre il Covid-19” realizzato dal Censis per l’Associazione italiana private banking (Aipb). Tre intervistati su quattro sarebbero infatti disposti a fare investimenti sul lungo periodo per dare una spinta all’economia italiana.

Italiani pronti a investire nella ripresa post Covid 

I dati della Banca d’Italia evidenziano che il cosiddetto ceto abbiente, di cui fanno parte gli italiani con un patrimonio superiore a 500 mila euro (circa un milione e mezzo di soggetti), possiede complessivamente 1.150 miliardi. Il valore medio della loro ricchezza finanziaria è di 760 mila euro. Secondo quanto si legge nello studio il 15% di questi miliardi sarebbe detenuto in forma liquida, vale a dire in termini di denaro contante o depositi in conto corrente che potrebbero essere mobilitati per investimenti nell’economia reale e che invece rimangono fermi.

La rilevazione del Censis ha però messo in luce una disponibilità da parte della maggior parte di questi soggetti (tre su quattro) ad investire per la ripresa economica del paese. Il 71% del campione consiglierebbe inoltre a parenti e amici di investire in aziende italiane. L’importanza di far sì che il risparmio privato non resti bloccato ma venga investito è stata sottolineata anche dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, il quale ha ribadito l’assoluta necessità di evitare un prelievo sul patrimonio dei più ricchi. Degli intervistati dall’istituto di ricerca il 18% teme comunque l’introduzione di una tassa patrimoniale per far fonte all’emergenza sanitaria. Il 40% ha inoltre il timore che la crisi economica possa avere delle ricadute sul proprio reddito.

Data la situazione epidemiologica, i settori in cui l’87,5% degli intervistati pensa di investire maggiormente sono l’assicurazione per la salute, la vecchiaia e l’educazione dei figli. Il 41,8% dei benestanti ha già sottoscritto assicurazioni e il 24,9% ha intenzione di spendere di più per la sanità integrativa. Più della metà (il 53%) si aspetta infatti che in futuro lo stato garantisca soltanto i servizi essenziali e che le restanti prestazioni siano a carico del singolo.

Più diseguaglianze dopo la pandemia

Dall’estremo opposto rispetto al ceto più abbiente vi sono 5 milioni di cittadini che hanno difficoltà a mettere in tavola un pasto adeguato e 7 milioni e 600 mila per cui l’emergenza ha causato un peggioramento del tenore di vita. Quanto alle differenze di genere ed età, il rapporto del Censis ha evidenziato che sono state soprattutto le donne (oltre il 54%) a soffrire di un aumento di stress e fatica e che saranno maggiormente i giovani ad essere colpiti dai fenomeni di riduzione dell’occupazione. Oltre il 60% del campione teme infine che la crisi possa portare alla perdita del lavoro o del reddito e il 40% ammette di non avere accesso alla rete internet, con tutto ciò che questo comporta in tempi di smart working e didattica a distanza.


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