Buddyfit, Ciferri: “Con noi il fitness è realmente in diretta”

Redazione BacktoWork 24/02/2021

Classi di allenamento live e possibilità di interagire con il trainer sono le parole chiave dell’offerta di Buddyfit, startup che mette a disposizione degli utenti oltre 400 classi live al mese ricreando l’esperienza vissuta in palestra: ne abbiamo parlato con Giovanni Ciferri, co-fondatore e CEO dell’impresa che ora punta a raggiungere 100 mila iscritti e ad aprirsi al mercato europeo.

Di cosa si occupa la startup e com’è nata l’idea di fondarla?

Buddyfit è una startup del settore del digital fitness che offre più di 400 classi live al mese ed oltre 10 tipi diversi di allenamento. La volontà di creare una mia realtà è sempre stata viva dentro di me fin dal liceo. Dopo gli studi in economia aziendale e la specialistica in marketing ho lavorato nel settore tech per diversi anni tra una startup di mobility, una corporate ed una scaleup in Svizzera. Dopodiché insieme a due ex colleghi abbiamo deciso di rientrare in Italia e fondare Buddyfit per lavorare nel mondo del fitness mobile. Avevamo visto un grandissimo spazio di mercato, studiando ciò che avveniva in America dove il digital fitness era uno dei settori in più rapida espansione. Così abbiamo pensato che da qui a qualche anno l'allenamento a casa sarebbe diventato un servizio da milioni di abbonati anche in Europa dove invece era ancora molto indietro. L’emergenza sanitaria ha poi dato un’accelerata ad un processo già in corso. Lavoriamo duramente ogni giorno per continuare a migliorare il servizio per cui riceviamo già oggi feedback incredibili dai nostri abbonati.

A chi si rivolge Buddyfit e quali pacchetti di allenamento offre?

Il nostro target è ampio. Va considerato che in Italia solo il 9% della popolazione è abbonata alle palestre e di questi meno della metà le frequenta realmente dopo l'abbonamento. Noi ci affianchiamo a questa soluzione fisica, offrendo un servizio complementare e adatto anche alle persone che non vogliono o possono andare in palestra per allenarsi fisicamente. Non abbiamo uno specifico target, il servizio viene utilizzato sia da bambini di 7-8 anni che seguono le kids classes che da persone over60 che seguono i corsi di ginnastica dolce: Buddyfit è per tutta la famiglia. Le tipologie di allenamento offerte, oltre 10, spaziano dai circuiti di cardio fino agli allenamenti più strong, dallo yoga ai tabata.

Qual è la vostra peculiarità e cosa vi distingue dai concorrenti?

La nostra peculiarità è legata all'allenamento in diretta. Siamo gli unici a consentire alle persone di seguire corsi in diretta (realmente) con i nostri trainer e la nostra community. Gli altri trasmettono video registrati, e questo si fa sentire sulla user experience: la maggior parte dei competitors registrano infatti tutte le classi e le inseriscono in un database dove l’utente ha la possibilità di scegliere quale classe seguire. Buddyfit invece ricrea l'esperienza che si può vivere in una sala corsi, con la comodità di seguirla dal proprio salotto, senza sentirsi soli grazie alla community in chat. Credendo infatti fortemente nella componente live, diamo la possibilità all’utente di interagire in diretta con il trainer in modo da aumentare il livello di engagement e la qualità dell’esperienza. Qualora non si avesse la possibilità di vedere le classi in diretta, queste potranno essere seguite anche in un secondo momento perché rimangono a disposizione per 24 ore. La fruibilità è possibile sia tramite la nostra piattaforma che scaricando app per Android e iOS. Ora abbiamo rilasciato anche il collegamento a Chromecast e stiamo rilasciando l’app per Amazon Pay TV. In programma c’è anche la realizzazione dell’app per Android TV e Samsung TV.

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Quali sono i vostri obiettivi?

Il nostro obiettivo a medio termine è quello di raggiungere i 100 mila abbonati nel 2022 mentre quello a lungo termine è di tendere verso 1 milione di utenti abbonati, cifra dove poi vediamo una potenziale exit. L’idea è anche quella di aprirci a mercati europei offrendo corsi anche in lingua inglese.

Quanti fondi avete raccolto e come intendete utilizzarli?

Nella fase iniziale avevamo raccolto 2,3 milioni di euro che abbiamo utilizzato per la fase di ricerca e sviluppo della piattaforma e per il lancio. Ora abbiamo fatto una raccolta tramite privati con un convertibile di 5 milioni di euro che abbiamo annunciato due settimane fa. Questi 7 milioni ci aiuteranno nella fase di crescita sul mercato italiano e sull’apertura del secondo mercato e i capitali che raccoglieremo su Back to work contribuiranno ad offrire maggiori risorse alla società e ad investimenti soprattutto nella parte legata al marketing.

Qual è la vostra strategia di comunicazione e come fate conoscere Buddyfit ai clienti?

Abbiamo una strategia di marketing che si basa molto sull’utilizzo dei nostri testimonial attorno a cui abbiamo costruito un brand riconosciuto ma anche sulle tradizionali campagne sul digital. Grazie a ciò intorno a Buddyfit si è costruita una grande community e oggi andiamo verso i 150 mila followers in Italia.

Come ha inciso la pandemia in corso?

In molti si aspettano che per noi il lockdown abbia comportato una crescita enorme, ma in realtà è meno di quella che ci si aspetta. Il nostro target principale non comprende chi si recava effettivamente nei club più volte a settimana e dunque la chiusura delle palestre non ha inciso più di tanto sotto questo aspetto. Per questo motivo non pensiamo che l’eventuale riapertura possa danneggiarci, perché i frequentatori abituali non fanno parte dei nostri fruitori. Noi infatti guardiamo prevalentemente a chi non ci va perché magari si allenava già a casa o perché non svolgeva allenamenti. La pandemia ha comunque fatto aumentare il numero dei nostri iscritti anche perché, essendo prevalente lo smartworking, le persone trascorrevano più tempo in casa e quindi si ritagliavano in pausa pranzo o prima di iniziare a lavorare uno spazio per l’attività sportiva. Ciò è stato più marcato durante il primo lockdown di marzo e aprile mentre in quello autunnale la crescita è un po’ più lieve. Ma chiaramente la situazione esterna ci ha aiutato come è accaduto per tutti gli altri servizi che si consumano in casa. Quello del fitness online è comunque un mercato che si stava già aprendo e il Covid non è stato altro che l’acceleratore di un processo già in corso.


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