DaVinci Healthcare, Stefano Casagrande: “Il futuro è l’assistenza sanitaria da remoto”

Redazione BacktoWork 01/06/2020

Il Coronavirus ha accelerato un processo innovativo che stava già iniziando a prendere piede in Italia, e fortemente diffuso in altri paesi come Svizzera, Francia, USA e Gran Bretagna: l’assistenza sanitaria da remoto. In piena emergenza da Covid-19 una startup innovativa come “DaVinci Salute” ha messo a disposizione la propria piattaforma. La startup meneghina è un servizio di telemedicina che facilita il contatto tra paziente e professionista. In questo periodo, ove l’assistenza da remoto sta divenendo di primaria importanza, sta realizzando un importante aumento di capitale grazie ad una campagna di equity crowdfunding su BacktoWork. A presentare i progetti futuri è il Ceo della startup milanese nata nel 2018, Stefano Casagrande.

DaVinci è estremamente facile da usare: è sufficiente registrarsi sul sito web o scaricare l’app per iOS o Android, rispondere a una prima serie di domande relative alle proprie necessità e, quindi, si verrà direttamente contattati, nel giorno e nell’orario indicati, dal medico o terapeuta. L’app di DaVinci permette inoltre ai pazienti di tenere sotto controllo l’evoluzione della propria condizione psicofisica tramite la condivisione di documenti e l’aggiornamento quotidiano di un “diario” con sintomi e parametri vitali. Allo stesso tempo, i professionisti possono monitorare i quadri clinici dei pazienti tramite un cruscotto intelligente e personalizzato.

La pandemia da Coronavirus cosa ha reso evidente nell’attuale modello di sanità?

“Ha mostrato la necessità, non solo per l’Italia ma anche per altri paesi, di far leva su tutte le opportunità che la tecnologia offre. Il sistema italiano sembra più tarato verso un mondo anni ’80 piuttosto che al 2020, con regolamentazioni poco attuali e con processi ancora cartacei: le linee guida sulla telemedicina sono aggiornate al 2012, quando ancora le tecnologie di wearables, IoT, IA, erano quasi inesistenti in Italia. Questa situazione, unita con la riduzione del numero di medici del sistema sanitario nazionale (-40% in 10 anni), ha portato a tempi di attesa sempre più lunghi e scarso supporto alla prevenzione sul territorio. In mancanza di investimenti e regolamentazione nella digitalizzazione, ci si è ritrovati in un mondo in cui ogni cittadino cerca i propri sintomi su Google per avere un riscontro immediato e facile, fenomeno estremamente rischioso poiché porta ad “autodiagnosi” fatte sul web in base ad informazioni non verificate e non personalizzate rispetto alla situazione personale”.

“In questo contesto quello che è emerso - ed è stato chiaro in questi mesi di emergenza sanitaria - è la necessità di far leva sullo sviluppo del digitale anche nel settore sanitario, rompendo un tabù sull’idea che ‘non posso fare un consulto a distanza perché è pericoloso’. Certamente ogni strumento deve essere utilizzato in maniera adeguata e corretta, ma sono numerosi i metodi attraverso cui si può ricorrere alla medicina da remoto in maniera sicura ed efficace. Per esempio, durante la pandemia da Coronavirus – ma quanto è successo può essere usato come modello anche durante i picchi influenzali – è stato necessario ridurre al minimo gli spostamenti ed evitare di recarsi presso gli ambulatori medici. Come si può però continuare ad assicurare continuità nelle cure e prevenire rischi di contagio? Grazie al supporto degli strumenti digitali. Anche pensando alla vita di tutti i giorni l’impossibilità di far viaggi o di prendersi mezza giornata di permesso dal lavoro impediscono spesso di accedere alle cure di cui si necessita. A tal fine il consulto da remoto consente di abbattere diverse barriere di tempo, spazio e disponibilità e il digitale può aiutare notevolmente sia i pazienti che i professionisti sanitari”.

Durante la pandemia avete deciso di mettere a disposizione dei professionisti sanitari la vostra piattaforma tecnologica. Come è andato questo progetto?

“DaVinci Salute opera nel settore healthcare in ambito tecnologico, e già prima della pandemia stavamo collaborando con due cliniche bergamasche che si sono trovate coinvolte nell’epicentro dell’emergenza sanitaria. Fin dall’inizio abbiamo quindi deciso di offrire gratuitamente il nostro supporto e la nostra conoscenza in ambito di telemedicina in vari modi. Già da fine febbraio abbiamo avviato un progetto di supporto psicologico gratuito per tutti gli operatori sanitari di una clinica di Bergamo. Dopo qualche giorno abbiamo avviato un’iniziativa su scala nazionale e internazionale, offrendo gratuitamente consulti medici e psicologi su Covid-19. Iniziativa promossa dalla senatrice Garavini e dalla dott.ssa Mantovani e resa possibile grazie a più di 100 medici e psicologi che esercitano la loro professione sia in Italia che all’estero e che si sono resi disponibili a offrire gratuitamente il loro supporto a tutti gli italiani. Tutti i progetti avviati sono stati pensati a supporto, e non in sostituzione, della sanità pubblica: medici e psicologi hanno dato la disponibilità a partecipare gratuitamente e noi abbiamo offerto la nostra piattaforma per metterli in contatto diretto con chiunque ne avesse bisogno”.

Quale può essere il futuro nell’ambito della sanità digitale? Che benefici e opportunità avranno i cittadini?

“La sanità digitale ha un grande vantaggio: facilitare l’accesso e la comunicazione tra cittadino e professionisti sanitari. Questo porta ogni persona ad avere la possibilità di ricevere riscontri medici più veloci senza doversi spostare fisicamente, di consultare un medico o uno psicologo di fiducia anche quando si trova all’estero e di ricevere un servizio di pre-triage per casi lievi se non riesce a recarsi al Pronto Soccorso. Insomma, è possibile facilitare l’accesso alla sanità per guadagnarne in tema di prevenzione e rapidità. Parlare di sanità digitale significa anche parlare della possibilità di monitorare il proprio stato di salute non solo quando si è in fase acuta ma anche quando il paziente sta bene o inizia ad avere i primi sintomi di un potenziale disagio o malessere, tracciando giornalmente i propri parametri vitali, i sintomi e lo stile di vita. Un altro beneficio della digitalizzazione del settore sanitario è quello di contribuire a rafforzare le cure sul territorio. Il fatto di poter entrare in contatto con un medico o uno specialista anche da casa permette di prendere in carico più pazienti anche da remoto, evitando di intasare ambulatori e pronto soccorso, soprattutto in zone potenzialmente infette. Durante l’emergenza sanitaria questo avrebbe potuto ridurre notevolmente i contatti fra pazienti e professionisti sanitari e limitare i numeri di contagio. Abbiamo avviato di recente un progetto di tele-monitoraggio con duecento medici di famiglia lombardi per permettere loro di seguire i propri assistiti a distanza; è un progetto che potrà essere applicato anche su altre specialità e arrivare a comprendere ogni aspetto di assistenza sanitaria ai cittadini. Questo è un progetto che permette di responsabilizzare il paziente e renderlo partecipe del proprio processo di cura, dal momento che comodamente da un’App il paziente può inserire giornalmente i propri dati sanitari e decidere poi di condividerli con il proprio medico di famiglia, uno specialista o una centrale di supporto: l’intervento, in caso di criticità, avviene tramite chiamata o ‘videocall’”.

Quali sono i progetti di sviluppo futuri di DaVinci?

“Con DaVinci Salute abbiamo l’intenzione di intervenire principalmente sulla gestione da remoto dei pazienti e sullo sviluppo della piattaforma, come parte di un più ampio ecosistema integrato della sanità digitale. In questo momento stiamo facendo un aumento di capitale (abbiamo già ampiamente superato l’obiettivo minimo di raccolta fondi e puntiamo a chiudere la campagna di equity crowdfunding a oltre 200mila euro). Questi fondi verranno utilizzati per sviluppare e rafforzare il nostro settore digital in maniera tale da sviluppare quello che secondo noi sarà il futuro della sanità e verranno, inoltre, impiegati per permetterci di farci conoscere poiché essendo una startup innovativa abbiamo bisogno di diventare ‘noti’ e lavorare molto in ambito marketing. Sicuramente abbiamo in mente anche di aumentare le collaborazioni con altre aziende del settore”.



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