Riccardo Puglisi: “Prioritario potenziare gli incentivi a favore di aumenti di capitale e Piani Individuali di Risparmio”

Gianni Balduzzi 26/06/2020

Buongiorno professor Puglisi, grazie per averci concesso questa intervista. Innanzitutto che giudizio darebbe alla reazione del governo alla crisi economica dovuta alla pandemia, dal decreto Rilancio agli Stati Generali dell’economia?

Con un governo costretto ad affrontare un’emergenza è giusto essere più clementi, ci si stringe intorno alla bandiera, “rally 'round the flag” come si dice negli USA.  In un secondo momento, finita l’emergenza più dura, si può giudicare con obiettività. 

Si può dire intanto che la parte più apprezzabile dell’azione del governo è stata l’induzione a un lockdown stretto, dal punto di vista economico l’idea giusta è stata quella di prevedere trasferimenti a fondo perduto, essendoci stato un calo fortissimo di fatturato per le imprese e di reddito per le  famiglie, anche se l’esecuzione è stata carente.

Naturalmente c’è un trade-off, per cui si deve scegliere se indirizzare le risorse ai settori più colpiti o invece a pioggia, e temo che il governo abbia prediletto la seconda soluzione, senza valutare la liquidità dei soggetti, non solo quindi il fatturato, ma le effettive esigenze di cassa.

Per le imprese più liquide si poteva infatti pensare a uno sconto fiscale successivo. 

Giusti sono gli investimenti aggiuntivi in campo sanitario, che funzionano come un meccanismo assicurativo per il futuro

Ora entra in gioco l’Europa, crede che sarà facile ottenere i famosi 172 miliardi che la proposta della Commissione ha messo sul tavolo? O si raggiungerà un compromesso deludente? Ma soprattutto, quali dovrebbero essere le priorità nell’utilizzo dei fondi a suo avviso?

Gli interventi, come è indicato nell’agenda Colao che forse è stata poco letta, devono mirare ad aumentare la crescita della produttività italiana. Interventi a lungo termine che permettano di recuperare la perdita del 2020 e crescere successivamente a un ritmo maggiore del precedente.

Vi è il pericolo però di soluzioni insoddisfacenti perché ci sono forze nella maggioranza favorevoli a una visione più domandista, interessati a tenera alta la spesa pubblica corrente e molto meno al tema della produttività rispetto alla domanda. 

In Europa ci sarà un compromesso. La cosa importante è che questo Recovery Fund sia un tassello cruciale per la nascita di un debito pubblico europeo, perché a questo punto ci saranno risorse proprie aggiuntive europee che porteranno il budget comune dall’1% al 2% circa e che saranno quelle che ripagheranno il debito.

 A livello di misure non c’è un silver bullet, un’unica soluzione che sia panacea d'ogni male, ma un insieme di strumenti, a livello pubblico e privato, come per esempio il rafforzamento della contrattazione aziendale a discapito di quella nazionale, legando incrementi salari e produttività, come è stato fatto in Germania negli ultimi 15 anni. 

Il silver bullet deve essere invece culturale, si deve cominciare a essere convinti che la produttività è cruciale per il nostro benessere e per il benessere delle generazioni future, si deve smettere di pensare che se c’è più produttività allora c’è meno domanda, una mentalità che ci sta azzoppando da decenni. La visione giusta è quella per cui se siamo più produttivi siamo maggiormente in grado di scambiarci beni e servizi.

E cosa teme potrebbe essere messo in atto di sbagliato e dannoso per l’economia del Paese?

Temo pericolose derive per la finanza pubblica come un prolungamento di quota 100 con la scusa di proteggere i lavoratori anziani più esposti alla pandemia, non perché il tema non esista, ma può essere utilizzato come pretesto politico-mediatico per proseguire con spesa pubblica corrente inefficiente. E’ da monitorare qualsiasi tentazione “domandista” e interventi spot come quelli sull’IVA immaginati da Conte finanziati magari con l’innalzamento delle imposte sugli immobili

Sono tentazioni stataliste che si sono rafforzate durante la pandemia.

Infine, nello specifico cosa crede potrebbe essere fatto di utile per fare arrivare più investimenti alle imprese, per alleviare il problema cronico della loro sottocapitalizzazione

Si deve essere consapevoli del problema, del fatto che c’è un eccesso di finanziamento a debito rispetto a quello azionario per le imprese italiane. E’ giusto quello che Colao propone, ovvero un potenziamento dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica) con ad esempio una detrazione maggiore del rendimento nozionale sugli aumenti di capitale incrementi derivanti per esempio da investimenti in equity e utili reinvestiti

Poi si deve accrescere ogni incentivo fiscale all’acquisto di partecipazioni, quindi per esempio potenziare i PIR (Piani Individuali di Risparmio), allargare i limiti attuali di 150 mila euro, arrivando a 300 mila. Si dovrebbero aumentare le deduzioni massime per i versamenti in fondi pensione, andando oltre la soglia di 5.164 euro, così da avere un vero terzo pilastro per la gestione del sistema pensionistico, mettendo in campo nuovi capitali per le imprese

Grazie mille professor Puglisi

Grazie a voi.


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