Quote societarie di una startup: la divisione tra i fondatori

Redazione BacktoWork 27/01/2023

Nel corso della vita di una startup si arriva quasi sempre a un momento delicato e importante da affrontare, quello della divisione delle quote societarie tra i fondatori. Se gestito male, senza la giusta equità, può causare malumori tra soci e conflitti interni. Per evitarli è necessario individuare l’importanza che ciascun socio ha per l’impresa e ripartire le quote di conseguenza: facendo ciò ogni membro è responsabilizzato ed incentivato a svolgere al meglio il proprio lavoro.

Dividere le quote societarie nella maniera più corretta non è semplice: a quale socio spetta la fetta maggiore? Di norma, infatti, chi ha avuto l’idea, o chi ha contribuito alla nascita della startup, punta ad avere la fetta maggiore, soprattutto rispetto a eventuali soci entrati in società in un secondo momento. Tuttavia, anche chi lavora incessantemente affinché la semplice idea si trasformi in business vorrebbe essere, equamente, gratificato. 

Per distribuire equity in maniera corretta, quindi, è opportuno tenere a mente alcuni fattori “chiave”, dei parametri che aiutano a prendere la decisione più giusta: 

  • Chi dedica una maggiore quantità di tempo allo sviluppo della startup
  • Chi ha più esperienza e competenze
  • Chi investe di più nell’impresa

Come dividere le quote tra i soci

Per iniziare a schiarirsi le idee, un buon metodo è quello di individuare, magari mettendolo per iscritto, chi si impegna di più nello sviluppo dell’impresa. È ovvio che chi si impegna a tempo pieno alla crescita dell’impresa debba essere premiato di più rispetto a chi dedica solo poche ore. Bisogna, comunque, tenere in considerazione il fatto che nel corso del tempo chi si è dedicato maggiormente all’impresa, per vari motivi, potrebbe vedere scemare il suo interesse o, addirittura, lasciare la startup. In quest’ultimo caso è importantissimo tenere a mente quanto sia fondamentale un co-founder per la vita della società: cosa comporterebbe un eventuale abbandono? L’azienda può essere compromessa

Resta un nodo cruciale stabilire il tipo di partecipazione di un socio o di un collaboratore: il grado di rischio che esso assume deve essere direttamente proporzionale alla quota che riceve. 

È, inoltre, opportuno tenere in considerazione chi ha offerto il suo lavoro senza ricevere remunerazione: le sweat equity – quote di impegno – vanno compensate sommando al valore di mercato una degna percentuale come riconoscimento del rischio preso.

Certo, avere l’idea giusta e la quantità di tempo impiegato sono fattori importanti, ma per far sì che la propria startup faccia il balzo necessario serve chi sappia come trasformarla in business: per questo è giusto che una buona equity venga assegnata a chi ha una buona esperienza imprenditoriale. Questa caratteristica è cruciale per il futuro dell’impresa, porta il giusto know-how necessario per la validazione del prodotto o servizio sul mercato, alla creazione di un MVP da testare e, ultimo ma non meno importante, alla ricerca dei finanziamenti. 

Senza finanziamenti difficilmente l’impresa decolla, per questo motivo è giusto riservare una quota più grande a chi investe più denaro. 

La formula per dividere le quote tra i soci: il metodo Demmler

Frank Demmler ha ideato un modello per non lasciare che la divisione delle quote fra i soci fosse lasciata al caso. Il suo approccio tiene in considerazione:

  • Idea
  • Business Plan
  • Esperienza
  • Rischio e impegno
  • Responsabilità

Il metodo Demmler prevede l’individuazione del peso che ciascuno dei cinque elementi ha nell’impresa, tramite un voto numerico da zero a dieci.

Una volta indicato il peso, bisogna valutare quale dei co-founders può offrire il maggior contributo per quell’aspetto, votando come fatto in precedenza da zero a dieci. Dopo aver moltiplicato il valore di ciascun founder per il peso degli elementi, si procede con la somma del totale di ogni singolo socio. 

Questo modello è indicativo e serve ad aiutare i soci nella divisione delle quote, ma richiede molto tempo per essere compilato. Per questo motivo esistono diversi tool in grado di fornire supporto nella ripartizione delle quote societarie, semplificando il processo e risparmiando tempo e risorse.


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