Mercato del lusso in Italia: le prospettive nel medio periodo

Redazione BacktoWork 23/02/2022

Ecco che cosa dovrebbe accadere nell’era post-pandemia: dalle PMI alle eccellenze del settore

La pandemia, le grandi acquisizioni da parte di gruppi stranieri, la digital transformation, l’apertura a mercati esteri, l’aumento dei costi di distribuzione, una nuova generazione di clienti e una filiera più sostenibile. Questi i principali temi che hanno tenuto banco nel 2021. 

Se il 2020 aveva spinto i marchi del lusso a ridurre i costi, snellire i processi e risanare i bilanci per superare gli aumenti determinati dalla crisi generata dall’ondata del Covid-19, dalla reperibilità delle materie prime e dall’aumento dei costi di produzione, il 2022 si preannuncia come l'anno del consolidamento.

Stando alle stime del Bain & Company Luxury Study, in collaborazione con Fondazione Altagamma, dopo la forte contrazione registrata nel 2020, il mercato globale della moda e del lusso ha ricominciato a crescere fino a toccare quota 283 miliardi di euro (+1 per cento rispetto al 2019).

Sempre secondo Bain, l’industria dei beni di lusso personali potrebbe raggiungere entro il 2025 un volume pari a 360-380 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita sostenuta del 6-8 per cento annuo.

Tra la Cina e gli Stati Uniti

Sempre secondo Altagamma che raccoglie i contributi dei 20 maggiori analisti internazionali specializzati, la ripresa del 2021 è stata tutto sommato omogenea in termini di categorie di prodotti. A trainare le vendite sono state le scarpe (+11 per cento rispetto al 2019) e anche borse, gioielli, orologi e cosmetici.

Questa performance è stata sostenuta dalla ripresa del consumo locale, dalla costante forza dei canali online, e soprattutto dal doppio motore di Cina e Stati Uniti.

La geografia del lusso ha, infatti, un doppio epicentro tra Usa e Cina, due giganti che trainano i consumi, seguite dal Medio Oriente, comunque in forte ascesa.

I clienti più giovani (Generazioni Y e Z) continuano a spingere la crescita e insieme costituiranno il 70 per cento del mercato entro il 2025.

Il continente americano - con un volume di 89 miliardi di euro - ospita oggi il più grande mercato del lusso, rappresentando il 31 per cento del giro di affari globale.

La Cina è ferma a quota 60 miliardi di euro, e pesa per il 21 per cento.

L’Europa, il Giappone e il resto dell’Asia hanno recuperato invece terreno solo parzialmente durante il 2021. Il Giappone, storicamente uno dei mercati più sensibili alle nuove collezioni italiane, dovrebbe tornare ai livelli pre-crisi entro il 2023, mentre in Europa questo dovrebbe verificarsi entro il 2024.

Predatori del lusso e artigiani

Il settore del tessile-abbigliamento italiano, comparto chiave per il PIL, conta 45.000 imprese e impiega 400.000 addetti. È passato da un fatturato complessivo di 56 miliardi di euro nel 2019 a 42,6 miliardi nel 2020, secondo le stime di Sistema Moda Italia (SMI).

Il Made in Italy continua a esercitare un grande fascino in un mercato del lusso che appare nel prossimo triennio affamato di marchi storici ma anche di novità.

In definitiva, il mercato italiano può quindi offrire opportunità molto interessanti, perché il settore avrà sicuramente bisogno di capitali e manager da qui al 2025.

 


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