Grandi investitori e piccoli azionisti: la convivenza è possibile e conveniente

Edoardo Reggiani 08/11/2021

Benefici fiscali, crescita e potenzialità di exitecco gli ingredienti che fanno funzionare la “coabitazione” di grandi e micro-azionisti nel capitale di una startup    

Equity crowdfunding e grandi investitori istituzionali possono coesistere all’interno della raccolta di capitali di una singola startup? Una ricerca condotta dall'Osservatorio Crowdinvesting della School of management del Politecnico di Milano mostra come delle quasi 500 società che al 31 dicembre 2020 avevano raccolto denaro attraverso campagne di equity crowdfunding, solo 88, meno di un quinto, hanno raccolto fondi anche da investitori istituzionali (fondi di venture capital, Sgr, Sim…). Di queste, in realtà, soltanto 31 hanno visto investitori professionali co-investire insieme ai privati durante la campagna e 17 hanno aperto la porta a investitori finanziari professionali o a soggetti corporate a seguito di aumenti di capitale riservati dopo le campagne di crowdfunding. 

Ma se è vero che i grandi investitori probabilmente spesso non si interessano a società che hanno chiuso una campagna di equity crowdfunding perché temono l’entrata in società con una Cap Table molto frazionata, e per timore che avere molti investor possa creare criticità, è altrettanto vero che oggi esistono technicality a disposizione delle startup che lanciano raccolte di crowdfunding che permettono di avere una gestione della governace semplice e lineare e attrarre anche quella parte di istituzionali e grandi privati che fino ad oggi, forse, erano spaventati dall’estensione del diritto di voto anche ai  micro investitori. 

I veicoli societari: uno strumento per favorire l’incontro

La formula forse più comune è quella dei veicoli societari, ovvero racchiudere tutti i micro investor di una campagna all’interno di una società ad-hoc il cui fine ultimo è investire. Anche nel veicolo ci può essere una distinzione di classi di quote, ma spesso si tratta di investimenti puramente finanziari senza possibilità di governance. 

A dispetto di quanto si possa pensare, questa soluzione è molto apprezzata anche dai micro-investitori, a cui rimane sempre il diritto patrimoniale e hanno la stessa incentivazione fiscale perché investire nel veicolo equivale a farlo nella società, gli sgravi sono infatti i medesimi.

Infine, è bene sottolineare che per questo tipo di investitore c’è ormai la consapevolezza che rinunciare al proprio diritto di voto rende spesso la società più appetibile agli investitori istituzionali, che investendo grandi capitali aprono una prospettiva di crescita maggiore. E una crescita maggiore porta indubbiamente ad una possibilità di exit più interessante

I primi casi virtuosi

Finalmente qualcosa inizia a muoversi e si parla di campagne di crowdfunding a supporto o seguite da grandi raccolte di capitale. O addirittura si iniziano a vedere grandi investor privati, e non solo, partecipare con capitali importanti alle raccolte stesse.

È il caso del sistema di moneta alternativa Sardex che lo scorso 14 aprile ha aperto all’azionariato diffuso attraverso una campagna di equity crowdfunding. Banca Etica, già partner di Sardex, ha continuato a credere nel progetto partecipando al crowdfunding con 250mila euro ed insieme a lei altri investitori istituzionali quali Primomiglio Sgr, CdP e Fondazione di Sardegna. Ma anche Xnext, che dopo aver concluso una campagna di crowdfunding su BacktoWork ha ricevuto un investimento da 5 milioni dal fondo di venture capital Neva SGR. O ancora, è il caso della recentissima raccolta da 13,5 milioni di WeRoad, la scale-up italiana specializzata in viaggi avventura per Millennial, realizzata attraverso un mix tra equity, debito e convertible che da un lato ha visto rafforzati gli investitori storici e dall’altro si è aperta a capitali privati tramite un club deal realizzato attraverso BacktoWork che ha portato alla società 4 milioni di euro grazie all’adesione di oltre 100 clienti di Intesa Sanpaolo Private Banking.

Insomma, l’equity crowdfunding non è assolutamente incompatibile con gli investimenti istituzionali: anzi, possono intervenire insieme o in fasi successive di raccolta con grande soddisfazione di tutte le parti coinvolte.


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