L’idea è quella di sfruttare gli appalti pubblici come leva strategica per stimolare l’innovazione in Italia. È quanto puntano a fare, di intesa, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Miur e il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione che a maggio hanno siglato un protocollo di intesa. Così, dunque, si riconosce agli appalti pubblici la capacità di stimolare una crescita intelligente e inclusiva, specie per far fronte all’emergenza Coronavirus.
Ma di cosa si tratta nello specifico? Il Mise, in una nota, evidenzia come a differenza degli appalti tradizionali, con quelli innovativi lo Stato: “Non acquista prodotti e servizi standardizzati già disponibili sul mercato, ma stimola le aziende e il mondo della ricerca a creare nuove soluzioni per rispondere alle sfide sociali più complesse”. Con questa iniziativa, inoltre, il Governo individua e riconosce agli appalti innovativi una capacità in particolare: aumentare la competitività delle startup e delle imprese innovative.
Ma non solo, perché gli appalti innovativi rappresentano una leva strategica atta a modernizzare: “Le infrastrutture e i servizi della pubblica amministrazione, nonché accrescere gli investimenti nella ricerca pubblica”. Il Mise, insieme al Miur e al Ministero dell’Innovazione, si impegnano a sostenere tutte quelle pubbliche amministrazioni intenzionate ad avviare appalti innovativi e capaci di favorire la partecipazione ai bandi di gara di Startup, Pmi e Centri di ricerca . Inoltre, il compito di Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) sarà quello di promuovere e attuare gli appalti innovativi.
Il primo esempio di appalti innovativi è ‘Smarter Italy’ che promuove iniziative in ambito di smart mobility, beni culturali e benessere delle persone. Ha una dotazione finanziaria iniziale di 50 milioni di euro e prevede il lancio di gare d'appalto con lo scopo di soddisfare le esigenze espresse dalle città e dai borghi.