Il 5G è una rivoluzione con tante possibilità di applicazione in molti settori, dalle smart city alla manifattura, dalla logistica all’agricoltura, dai trasporti alla sanità. Tuttavia la maggior parte delle aziende - secondo l'Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano - ancora non conosce o non ha pienamente compreso le caratteristiche tecnologiche, le opportunità e le potenzialità delle nuove reti.
“Per la prima volta abbiamo un sistema che può lavorare su punti diversi tra loro e che consente di migliorare, in base all’applicazione, la velocità di accesso, il consumo energetico, l’affidabilità dei collegamenti e il numero di dispositivi connessi, con potenziali benefici per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni e con implicazioni di business significative per molti settori economici” - afferma Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond -. “Ma perché questo diventi realtà, c’è un ecosistema ancora da costruire, lavorando innanzitutto sullo sviluppo di conoscenze, competenze e cultura del 5G, ancora carenti persino fra le aziende ICT, e poi aumentando sforzi e investimenti”.
Da un sondaggio condotto dall’Osservatorio su 328 aziende end user e 222 imprese ICT emerge infatti che l’80% delle aziende utilizzatrici finali non conosce il 5G, oppure non ha ancora approcciato il tema. Del restante 20%, solo l’1% si sente già un esperto conoscitore, mentre il 19% ha avviato progetti o sta iniziando ad attivarsi. La filiera delle imprese ICT dimostra una maggiore propensione al 5G, con il 48% che si è già attivato. Sono poche quelle inconsapevoli o non interessate, ma più di una su tre è ancora incerta sulle potenzialità delle nuove reti per la propria realtà (36%).
Le caratteristiche del 5G più chiare ad entrambi i gruppi riguardano l’abilitazione di un numero elevato di nuove applicazioni, la disponibilità di nuovi servizi ad alta velocità e la riduzione dei tempi di latenza.
Le caratteristiche su cui le aziende già attive ripongono le maggiori aspettative e che avranno l’impatto più significativo sono:
Sono 122 le sperimentazioni in Italia censite dall’Osservatorio.
Le più diffuse sono legate al monitoraggio da remoto (35%), utilizzate soprattutto in ambito smart city (gestione della mobilità, smart parking, illuminazione intelligente e cestini intelligenti per la raccolta dei rifiuti) e nell’agricoltura, per tenere sotto controllo le coltivazioni e ricevere alert in caso di situazioni anomale. Altri ambiti di applicazione sono la sanità, con l’analisi continuativa dei parametri vitali di pazienti e atleti, e la manutenzione predittiva nelle grandi infrastrutture distribuite come le ferrovie, monitorate con sensori o droni.
Il secondo gruppo di sperimentazioni più numeroso riguarda il miglioramento della user experience (Enhanced Experience, 20%), con applicazioni nei settori media (ad esempio servizi giornalistici in 4K e spettacoli in realtà virtuale), turismo (uso della realtà aumentata per riprodurre siti e monumenti storici), istruzione, permettendo ad esempio ad uno studente di medicina di interagire con un paziente virtuale.
Seguono applicazioni di Surveillance & Safety (16%) per la sorveglianza con videocamere intelligenti e algoritmi di intelligenza artificiale, Remote Operations (13%) che consentono di pilotare strumenti come robot o droni e di eseguire attività da remoto, Smart & Connected Vehicle (9%) che aumentano il campo visivo del guidatore, monitorano le condizioni stradali o comunicano con altri veicoli connessi.