AgriFood e sostenibilità: è boom di startup

Redazione BacktoWork 06/07/2021

Nell'anno dell'emergenza sanitaria si è ulteriormente rafforzata la spinta alla trasformazione del settore agroalimentare, con un vero e proprio boom (+56%) di nuove imprese che propongono soluzioni innovative orientate a uno sviluppo più sostenibile e inclusivo del comparto. Si diffondono le pratiche di economia circolare per prevenire gli sprechi alimentari e migliorare la gestione delle eccedenze, cresce l'interesse verso il packaging "parlante" e si riscopre il ruolo delle filiere corte sostenibili. 

Le startup e gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano, sono 1.808 le startup agrifood nate a livello internazionale fra il 2016 e il 2020 che perseguono uno o più degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) fissati dall'Agenda 2030 dell'ONU. Di queste, ben 650 sono nate lo scorso anno, il 56% in più delle 1.158 censite a fine 2019.

Gli SDG prioritari sono la transizione a sistemi di produzione e consumo più responsabili (SDG 12), dove si concentra il 35% delle soluzioni proposte, la lotta alla fame (SDG 2) con il 21% e la crescita economica sostenibile e inclusiva (SDG 8) con il 17%. 

Nel complesso le “startup sostenibili” rappresentano il 25% del totale delle startup dell'agroalimentare (7.120). Il 40% ha ottenuto almeno un finanziamento, per un totale di 5,6 miliardi di dollari raccolti, pari ad una media di circa 7,7 milioni di dollari (2,5 milioni in più rispetto al 2019). 

Dall’analisi emerge come l'Italia, con 22 startup sostenibili sulle 76 nuove imprese agrifood nate nel periodo 2016-2020, presenti un mercato in evidente crescita: 15 startup sostenibili in più lo scorso anno (erano solo 7 nel 2019) e 23 milioni di dollari di investimenti raccolti nel 2020, pari ad un finanziamento medio di circa un milione di dollari, contro i 300 mila dollari di un anno prima.

Le soluzioni per la transizione sostenibile dell’agrifood

A guidare l'innovazione sostenibile nel sistema agroalimentare sono i fornitori di servizi (744 startup, 41%), con soluzioni per raccogliere e condividere dati e informazioni, migliorare la programmazione della produzione e la gestione del magazzino. Seguono le startup attive nella fase di food processing (352, 20%), con investimenti in ingredienti naturali e cibi proteici alternativi, e i fornitori di tecnologia (205 startup, 11%), che offrono tecnologie innovative per l'agricoltura di precisione.

Fra le imprese del comparto della trasformazione alimentare, si diffondono pratiche di economia circolare per prevenire gli sprechi alimentari e migliorare la gestione delle eccedenze generate, fra cui la programmazione flessibile della produzione, la migliore previsione della domanda e la ridistribuzione per il consumo umano. Crescono l'interesse e gli investimenti nel packaging sostenibile, in grado di "parlare" ai diversi attori della filiera promuovendo comportamenti virtuosi, condividendo informazioni lungo i diversi stadi della filiera e facilitando alcune attività logistiche. E si riscopre il ruolo delle filiere corte sostenibili, che sfruttano la prossimità geografica, relazionale e informativa, per accorciare le distanze tra produttori e consumatori e ridurre le diseguaglianze di redditi fra piccoli produttori e grande distribuzione.

"La pandemia ha avuto un forte impatto sui sistemi alimentari urbani, mettendo in crisi l'accesso al cibo per le fasce di popolazione più vulnerabili, accentuando l'insicurezza alimentare e stressando le filiere agroalimentari globali”, afferma Raffaella Cagliano, Responsabile scientifico dell'Osservatorio Food Sustainability. “È emersa l'importanza di tracciare e condividere le informazioni e il ruolo centrale del packaging, che attraverso tecnologie e materiali innovativi si è adattato al boom dell'e-commerce. Il traguardo di una transizione sostenibile e inclusiva "from farm to fork" si potrà raggiungere solo lavorando sulla circolarità delle risorse, sull'integrazione delle diverse innovazioni disponibili, sullo sviluppo e aggiornamento delle competenze degli operatori del settore, sulla costruzione di relazioni più solide e dirette fra i diversi attori della filiera agroalimentare". 


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