In Italia si stimano 5 milioni di consumatori di alcol a rischio (di cui circa 800.000 con danno d’organo), 700.000 consumatori di cocaina (di cui 180.000 solo in Lombardia) e oltre 5,5 milioni di consumatori di cannabis (con una prevalenza del 24% negli adolescenti).
Tuttavia, i dati evidenziano che, per queste dipendenze, le percentuali di pazienti in trattamento presso le strutture del Sistema Sanitario Nazionale o del Privato Sociale sono del tutto marginali.
Le problematiche più rilevanti seguite da IEUD riguardano la dipendenza da alcol (35%), cocaina (32%), sesso/pornografia (9%), dipendenza affettiva (9%), farmaci e cannabis (7%) con storie di dipendenza generalmente prolungata (oltre 10 anni per il 70% dei pazienti).
Per queste tipologie di dipendenza l’accesso alle cure risulta limitato e gravemente tardivo.
I servizi pubblici ambulatoriali per le dipendenze patologiche e le strutture riabilitative del privato sociale non rappresentano dei veri e propri concorrenti. In quei centri, infatti, la dipendenza da eroina rappresenta ancora il disturbo prevalente con oltre il 60% degli assistiti, mentre è del tutto estranea all’offerta terapeutica di IEUD.
La grande maggioranza delle persone che soffrono di dipendenza, pur potendo attraversare momenti di grande difficoltà, è in grado di affrontare il problema a livello ambulatoriale a costi accessibili e senza rinunciare ai propri impegni e alle proprie sicurezze. I pazienti di IEUD scelgono di essere curati in un contesto protetto, professionale, nella massima riservatezza, senza doversi allontanare dal proprio ambiente di vita.
Competitor
Negli ultimi due anni, sono arrivate sul mercato alcune piattaforme di psicologia online che offrono sostegno psicologico per una vasta gamma di disturbi, fra cui anche condizioni di dipendenza patologica.
Unobravo e Serenis sono i più conosciuti tra questi ma, tuttavia, si differenziano in modo sostanziale da IEUD per la grande eterogeneità dei disturbi psicologici affrontati, la presenza di figure professionali spesso isolate ed autoriferite, l’assenza di soluzioni digitali ad hoc e soprattutto l’esclusiva fruibilità online dei servizi offerti.