Innovazione italiana 2020: gli effetti del Covid nell'analisi Polimi

Redazione BacktoWork 27/12/2020

Secondo l'analisi degli osservatori Polimi, nel 2020 l'innovazione italiana si è mostrata resiliente nonostante il duro colpo sferrato dalla pandemia.

L’annus horribils che si è dimostrato essere il 2020 sembra non aver provocato grossi danni al comparto dell’innovazione italiana, che proprio approfittando delle difficoltà dettate dal momento ha saputo adattarsi e fronteggiare gli effetti della pandemia. Nello specifico si è registrato un aumento delle attività di Open Innovation, mentre gli investimenti delle startup sul fronte della digitalizzazione sono rimasti stabili seppur con sensibili differenze al loro interno.

Innovazione italiana: i dati degli osservatori Polimi

È questa l’analisi che emerge degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano, che è stata presentata lo scorso 3 dicembre nel corso del convegno “L’Innovazione Digitale non va in lockdown: alle imprese cogliere l’effetto startup”. Secondo il report infatti, la gran parte delle startup hi-tech nel nostro Paese è riuscita a cavalcare l’onda dell’emergenza sanitaria in diverse modalità: ad esempio – si parla di circa il 63% - intraprendendo iniziative di contrasto alla pandemia e di supporto alla popolazione colpita dal virus, oppure per un altro 30% sperimentando nuovi modelli di business che potessero meglio adeguarsi alle necessità imposte da questa new normal, soprattutto con investimenti nei settori dei Big Data, dell'eCommerce e ultimo ma non meno importante nell'ottimizzazione dello Smart Working.

Tra gli input dati dalla situazione emergenziale globale il più importante rimane sicuramente quello alla digitalizzazione, con previsioni di investimento in Information and Communications Technology per l’anno 2021 che mostrano una lieve crescita dello 0,89%. Per quanto riguarda invece le grandi aziende, emerge dai dati come il 34% di queste abbia colto l’occasione di investire nell’Open Innovation, mentre il 22% di queste ha cercato di superare le difficili fasi della pandemia stringendo accordi di collaborazione con altre realtà imprenditoriali.

Non sono tuttavia mancate le aziende che invece sono state totalmente sopraffatte dagli effetti economici dell’emergenza Covid, con il 38% delle startup costretto a interrompere le attività. Di contro, abbiamo fortunatamente un 46% delle startup che ha potuto ampliare il proprio network, un 44% che ha accelerato lo sviluppo dei propri servizi e un 28% che infine si è ritrovato nella necessità di allargare l’organico per far fronte all’aumento della mole di lavoro.

Sostanziale tenuta del budget Ict

Il budget delle aziende per l’Ict risulta purtroppo essere un’altra delle grandi vittime della pandemia di Covid-19, anche se nonostante il forte scossone subito nel corso del 2020 le previsioni di investimento per il 2021 indicano tutto sommato una discreta tenuta generale con una crescita dello 0,89%. Entrando maggiormente nello specifico, si evidenzia come il 23% delle grandi imprese abbia rivisto in rialzo il budget per l’Ict, mentre il 24% sia stato costretto a rivederlo al ribasso.

Con la rivoluzione digitale portata dall’emergenza sanitaria inoltre, negli ultimi mesi è cresciuta al 38% la percentuale di aziende che hanno saputo cogliere la palla al balzo investendo nell’organizzazione delle proprie risorse, e introducendo quindi la cosiddetta Direzione Innovazione. L’Open Innovation infine ormai di casa nel 78% delle grandi imprese italiane, soprattutto tramite iniziative inbound come collaborazioni o partnership.


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