Filippo Zanetti, Caricami: “I nostri smartphone durano meno dei nostri bisogni”

Redazione BacktoWork 18/11/2021

La centralità del cellulare nelle nostre vite, e la conseguente paura di rimanere sconnessi, hanno dato la spinta alla creazione della startup che punta al promettente mercato del powerbank sharing.

Un’idea, a tutti gli effetti, figlia dei tempi attuali in cui la sharing economy sta diventando pervasiva e tende a coinvolgere ogni aspetto della nostra vita quotidiana. E, come spesso accade, il posizionamento corretto di una commodity in un mercato potenzialmente sterminato può rivelarsi vincente.

È la scommessa di Caricami, una startup nata nel 2019 dall’intuito di quattro imprenditori seriali esperti di tecnologia, sviluppo prodotto e management internazionale, affiancati da un team di appassionati talenti. Propone un servizio di powerbank (gli accumulatori di energia portatili da collegare allo smartphone e ai device elettronici in generale) a noleggio.

La sua genesi, il suo presente e le sue prospettive future nelle parole di Filippo Zanetti, uno dei founder.

Caricami nasce in un contesto di economia di condivisione in grande espansione

Il mercato del powerbank sharing è abbastanza giovane, e nasce in Cina attorno alla fine del 2014, proprio con il boom della sharing economy. In Cina è diventato ormai parte integrante della vita della popolazione, e la sua rapida crescita ha aperto la strada per lo sviluppo del mercato in Europa e nel resto del mondo.

Perché e come nasce il progetto?

Al giorno d’oggi, viviamo costantemente connessi, per lavoro e per ragioni personali. I nostri smartphone sono diventati sempre più centrali nella nostra vita, con display sempre più ampi e luminosi, fotocamere sempre più professionali e prestazioni sempre più avanzate. Il risultato è che spesso i nostri cellulari durano meno, rispetto ai nostri bisogni. Caricami nasce per rispondere a questa esigenza, fornendo un servizio di ricarica in mobilità alle persone attraverso un network di stazioni di ricarica con powerbank sempre disponibili e a portata di app.

Come funziona il servizio?

Consiste nel noleggio di powerbank di 5000mAh per un periodo di tempo definito dal cliente attraverso l’applicazione Caricami (disponibile su Play Store ed Apple Store).

L'app mostra sulla mappa le stazioni di ricarica posizionate negli esercizi pubblici, e permette, attraverso la scansione di un codice QR presente nei punti di ricarica, di estrarre una batteria e avviare il noleggio

Ogni batteria è dotata dei 3 connettori più diffusi sul mercato (micro USB, Type-C, Lightning) così da essere compatibile con qualsiasi modello di smartphone e tablet. 

Quali sono le sue potenzialità e i suoi vantaggi?

Per gli utilizzatori del servizio sicuramente troviamo la possibilità di ricaricare il proprio dispositivo in completa autonomia senza essere legati a prese o armadietti fissi a muro, e l’avere un servizio pay per use, andando a utilizzare la batteria solo per il tempo necessario e senza necessità di avere cavi aggiuntivi. 

Per aziende ed esercizi commerciali, Caricami è un servizio distintivo che permette di aumentare l’attrattività della propria attività, incrementare il traffico grazie alla presenza dell’attività all’interno della nostra app, aumentare le vendite (i clienti che ricaricano il proprio cellulare restano mediamente in un locale più a lungo) e fidelizzare i propri clienti creando promozioni personalizzate.

Analogamente, grazie ai propri totem, Caricami si presta molto bene a essere utilizzata all'interno di eventi e manifestazioni pubbliche.

Caricami

Il principale network di powerbank a noleggio in Italia

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Qual è il mercato di riferimento?

Il mercato di riferimento di Caricami è quello del powerbank sharing, un mercato nato in Cina nel 2014 con il boom della sharing economy.

Finora, in Cina sono stati investiti nel powerbank sharing più di 200 milioni di dollari per un mercato che nel 2019 superava il miliardo e mezzo di dollari di fatturato, 250 milioni di utenti e una penetrazione del servizio in centri commerciali e trasporti superiore al 50 per cento. È diventato parte integrante della vita della popolazione nelle grandi e medie città con alti tempi di utilizzo, costi per noleggio in costante crescita, e due aziende con grandi Venture Capital che andranno in IPO nel 2022

Dal 2017 è stato il settore più in crescita nel mercato della sharing economy, e si stima che nel 2025 a livello mondiale raggiungerà 9,38 miliardi di dollari

Adattando il modello di crescita cinese al mercato europeo e italiano, si stima che questi potranno raggiungere nel 2025 un valore di 1 miliardo di dollari e 70 milioni di dollari, rispettivamente, anche grazie all’esplosione dei vari servizi della sharing economy che rendono il mercato molto ricettivo e con grande potenziale. In Italia nel 2019 sono stati 4,5 milioni gli utenti della sharing economy, con un aumento del 20 percento anno su anno.

Quali sono i vostri competitor e cosa vi distingue dalla concorrenza?

In Italia, oltre a noi, è presente un altro player principale che ha però un modello di business prettamente B2C e dispone solo di stazioni di ricarica da 8 batterie. Il nostro, invece, è un modello di business B2C e B2B, e disponiamo di un software e di un’infrastruttura sviluppati internamente, oltre che una gamma di stazioni e totem di ricarica che ben si prestano a diverse tipologie di attività e collaborazioni.

C’è da aggiungere che, analogamente a quanto accade in altri settori della sharing economy, anche all’interno del powerbank sharing possono coesistere più player che si dividono il mercato.

Quali sono gli obiettivi della campagna di crowdfunding?

L’obiettivo della nostra campagna di equity crowdfunding è quello di raccogliere fondi per supportarci e velocizzare la nostra crescita e la nostra espansione geografica, così da diventare il punto di riferimento in Italia per la ricarica in mobilità.

L’investimento principale ruota attorno al numero di prodotti acquistati che determinerà la velocità di espansione geografica del servizio stesso. Ovviamente, l’espansione sarà sollecitata attraverso attività di marketing in termini, per esempio, di campagne di lead generation

Quali sviluppi futuri prevedete e quali sono gli obiettivi di medio-lungo periodo?

Il nostro piano di espansione, nei prossimi 5 anni, prevede una costante e continua espansione territoriale in Italia, continuando la strategia già iniziata dall’avvio del progetto.

Infatti, dalla nascita di Caricami, nonostante le difficoltà riscontrate durante i mesi di pandemia Covid-19, abbiamo continuato ad allargare la nostra rete di stazioni di ricarica (che oggi raggiunge 7 regioni italiane), e a sviluppare collaborazioni con diversi partner che ci permetteranno di espanderci ulteriormente in futuro. 

Stiamo anche valutando partnership internazionali con aziende che condividano gli stessi ideali e visione per accelerare la presenza anche all’estero.

A proposito di Covid-19, che cosa è cambiato o cambierà nel vostro settore?

Sicuramente il Covid-19 ha avuto un impatto molto severo sulla crescita del nostro servizio. Basti pensare alle chiusure degli esercizi commerciali, allo stop all’organizzazione di qualsiasi tipo di evento, all’impossibilità di uscire e quindi alla necessità di ricaricare il cellulare durante una giornata fuori casa.

Adesso però la ripresa di tutte le attività commerciali, degli eventi e del turismo è netta e la nostra soluzione agevola e accompagna la crescita infrastrutturale del Paese.  

Il totem Caricami sembra la versione 2.0 della macchinetta del caffè. Che tipo di feedback avete dai vostri clienti attuali che vanno dal locale, all’evento di settore, fino al player della mobilità?

Il principale feedback riguarda la facilità di utilizzo: per iniziare a utilizzare il servizio basta semplicemente scaricare l’app, registrarsi, e si è pronti per iniziare un noleggio.

Inoltre, la possibilità di poter noleggiare una batteria in una stazione e poterla riconsegnare in una qualsiasi altra stazione della rete, rende la ricarica in mobilità ancora più semplice e intuitiva.

Abbiamo previsto comunque diverse esperienze cliente a seconda della situazione per permettere la personalizzazione dell’esperienza di mobilità. 

Come nasce il distributore di powerbank nel suo design, i colori, le funzionalità? 

Caricami si basa su un sistema hardware acquistato da fornitori selezionati e una piattaforma software proprietaria sviluppata internamente. Aver sviluppato internamente tutta l'infrastruttura ci permette di essere estremamente flessibili verso i cambiamenti del mercato, e quindi di poterci adattare a nuove richieste e/o opportunità grazie al nostro team. 

La grande differenza tra le stazioni da banco e i totem sta nelle occasioni di utilizzo. Le stazioni da 8 batterie sono perfette per essere posizionate in punti nevralgici, banconi, stand, eccetera, grazie alle loro dimensioni ridotte; i totem invece sono molto più visibili, con uno schermo multimediale di grandi dimensioni e quindi perfetti per essere posizionati in punti all’interno di attività ad alto traffico come centri eventi. Sono da prediligere, per l’installazione dei totem, posizioni ad alto passaggio di persone che confluiscono naturalmente in quel luogo. 

Inoltre, la presenza dei 3 connettori nei powerbank li rende molto comodi da utilizzare, svincolando l’utente dall’avere con sé un proprio cavo per collegare il proprio dispositivo, oltre a dare la possibilità di ricaricare più dispositivi contemporaneamente

Per quanto riguarda il design, stazioni, totem e batterie sono personalizzabili e gli schermi supportano la visualizzazione di immagini e video 24/7. 

Che tipo di fidelizzazione può ipotizzare un esercente che ha una stazione o un totem per i propri clienti? Quali sono le funzionalità dell’app Caricami?

Esistono diverse tipologie di attività che possiamo proporre agli esercenti: offrire il servizio gratuitamente ai propri clienti, comunicare speciali promozioni all’interno dell’app tramite messaggi e notifiche, mostrare sugli schermi pubblicità e speciali annunci.

Inoltre, all’interno dell’app è possibile mostrare la propria attività con un pin sulla mappa personalizzato in modo da differenziarsi visivamente dalle altre attività, e far capire subito agli utenti che in quel determinato esercizio commerciale sono presenti sorprese e/o promozioni speciali. 

Parlate anche di meccanismi di gamification. Si possono fare degli esempi?

Le nostre stazioni, totem e batterie sono uno strumento innovativo per comunicare messaggi e coinvolgere tutte le persone che interagiscono con i nostri prodotti mentre ricaricano i propri cellulari e dispositivi mobili.

Per esempio, attraverso la personalizzazione di un determinato numero di batterie, il momento del noleggio può diventare una caccia al tesoro alla ricerca della batteria “fortunata”, che ha una sorpresa esclusiva per l’utente che avrà la fortuna di noleggiarla. 

Dottor Zanetti, lei è anche Business Angel. Quali sono i più grandi ostacoli a fare innovazione tecnologica oggi nel nostro Paese? Con il PNRR e gli altri fondi previsti a supporto delle startup, crede che la situazione potrà migliorare?

Le differenze culturali tra aziende e startup rappresentano sicuramente l’ostacolo maggiore. L’Italia, al contrario dei Paesi anglosassoni, ha una forte presenza di piccole e medie aziende, e la vera innovazione deve avvenire tra le aziende ad alto tasso di innovazione e il tessuto industriale. Purtroppo, i capitali investiti sono limitati e la cultura aziendale prevalente è molto chiusa e poco propensa all’apertura attraverso la collaborazione con aziende innovative.

Il PNRR dovrà non solo immettere capitali freschi per lo sviluppo delle startup ma anche per la crescita di entità strutturate che accompagnino le aziende nell’acquisizione di un modello di open innovation.

Visto l’elevato numero di startup che ogni anno si affacciano sul mercato, quali sono gli elementi più importanti di un business mentor? A cosa è meglio dare importanza quando si accede a programmi di incubazione o accelerazione? 

Il mentor è un animale mitologico che di base dovrebbe essere in grado di accelerare la crescita delle aziende tramite la focalizzazione sui punti fondamentali del progetto mettendo a disposizione il proprio network e le proprie competenze. Lo chiamo mitologico in quanto dovrebbe essere una figura esperta in startup, in corporation, in industrializzazione, in semplificazione e un fine psicologo per riuscire ad aiutare al meglio le diverse aziende nelle diverse fasi di maturazione e crescita (early seed, seed, Serie A, Serie B, exit, eccetera). 

In realtà non esiste in natura la figura del mentor, esistono percorsi formativi completi certo, ma il suo lavoro si fonda su valori ed esperienze consolidati, conoscenza dei mercati e la curiosità e lo stimolo al continuo apprendimento che deve portare il mentor ad essere un vero valore per i founder e un acceleratore allo sviluppo dell'azienda. 

Accedere a programmi strutturati di accelerazione/incubazione è fondamentale soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al mondo delle startup, che non nascono per creare la propria impresa nel tempo, ma per validare rapidamente nuovi modelli e idee che portino valore e posizionarli per la loro industrializzazione appena pronti

È fondamentale che gli acceleratori/incubatori siano di qualità, certificati, con un track record di startup che sono maturate, una gestione attenta e strutturata dei programmi, un parco mentor di spessore e un accesso ai capitali e alle aziende semplificato. 


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