DressYouCan, Caterina Maestro: "Applichiamo la sharing economy al mondo del fashion"

Redazione BacktoWork 25/11/2020

DressYouCan è un servizio di noleggio di abiti e accessori fashion che permette di accedere ad un armadio “infinito” in sharing riducendo spese, sprechi e tempo. Un Airbnb dei guardaroba dove l’utente ha la possibilità sia di prendere a noleggio i capi che desidera, che di mettere a noleggio (e dunque monetizzare) il proprio guardaroba. Ne abbiamo parlato con la founder Caterina Maestro.

Qual è l'idea dietro al vostro progetto e quali problematiche risolve?

DressYouCan nasce dall’elaborazione di una soluzione ad un problema avvertito a livello personale, e riscontrato a livello universale, al quale il retail tradizionale non offre una risposta. Durante la nostra vita non smettiamo mai di acquistare vestiti anche se non sappiamo mai cosa metterci. Indipendentemente dal budget investito, dal numero di acquisti e di capi di abbigliamento a disposizione, 3 donne su 5 si lamentano quotidianamente di non trovare nulla di adatto da indossare nel proprio guardaroba. 

DressYouCan, di fatto, trasforma il limite strutturale di “un armadio pieno di vestiti e niente da mettere” nella soluzione al desiderio di ognuno: l’accesso illimitato a un nuovo guardaroba ogni giorno grazie all’applicazione della logica della sharing economy al mondo del fashion. Su Dressyoucan.com gli utenti possono noleggiare singoli capi di abbigliamento (catalogo con oltre mille abiti di stilisti affermati e designer italiani emergenti) o look completi (abito, scarpe, borsa, accessori, abbigliamento e attrezzatura sport) per 4 o 8 giorni.

La nostra value proposition si basa sui concetti di: Top products/brands a prezzi accessibili; Shopping senza senso di colpa; Minor tempo necessario per lo shopping; Svincolare lo stile dalla proprietà e dal prezzo; Ridefinire il concetto di guardaroba/di espressione del proprio stile grazie a rental e resale; Consumo sostenibile ed efficiente delle risorse.

La compresenza di fornitori esterni sia privati (utenti) che istituzionali (designer partner) garantisce una serie di vantaggi: un continuo e "naturale" riassortimento dello stock del magazzino; un'ampia copertura di stili e taglie; un consumo perfettamente sostenibile, grazie al coinvolgimento dell’utenza sia sul fronte dell’offerta che dal lato della domanda; e verosimilmente la trasformazione dei fornitori in consumatori.

Cosa differenzia DressYouCan rispetto ad altre realtà operanti nel settore del fashion renting?

Mentre altri concorrenti offrono alternativamente piattaforme di scambio in modalità peer-to-peer senza alcun supporto logistico, oppure il noleggio di abiti di marche prestigiose fornendo servizi logistici integrati, DYC introduce un modello di business che si caratterizza per la presenza di molteplici modalità di approvvigionamento, di interazione tra Clienti e Fornitori e per servizi logistici che consentono al cliente di vivere un’esperienza di noleggio di massimo comfort.

Quello che differenzia Dressyoucan dagli altri players del mercato è quindi la sicurezza di un catalogo inesauribile e perfettamente sostenibile, grazie alla fornitura congiunta e spontanea di utenti privati e giovani designer emergenti in grado di mostrare e distribuire le proprie collezioni senza incorrere in costi fissi grazie a uno speciale accordo di partnership con DressYouCan. Dal punto di vista dell’utente, DressYouCan in un certo senso rivoluziona il concetto stesso di moda: al centro dell’esperienza non è più il brand, ma il singolo cliente, che passa da target a focus del core business del noleggio.

DressYouCan

la piattaforma che permette di noleggiare il guardaroba dei propri sogni riducendo spese e sprechi

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A quale segmento di mercato è rivolta la vostra soluzione e qual è la strategia di comunicazione che state adottando?

Il target di riferimento, inizialmente esclusivamente femminile (compreso tra i 18 e i 55 anni e accomunato da una buona/ottima capacità di spesa), si è recentemente esteso anche al ramo uomo e bambino (a partire dall’abbigliamento tecnico per allargarsi all’intero armadio) come a quello dell’arredo.

DressYouCan non si rivolge alle sole fashion victims che scelgono il noleggio come mezzo alternativo per accedere ad abiti da passerella che altrimenti non potrebbero permettersi, ma a donne moderne che hanno tante occasioni di sfoggiare abiti unici e sempre diversi e che nel farlo privilegiano la praticità di un modello di approvvigionamento senza pensieri.

Per i primi anni il vero focus della strategia di marketing B2C è stato la promozione del “percepito sociale” da parte della clientela stessa attraverso i social media. Il “vissuto sociale” è una delle ragioni principali per cui gli argomenti vengono condivisi in modo virale attraverso il passaparola. Le clienti di DressYouCan, ben felici di contribuire all’affermazione della propria immagine, condividono le foto dei prodotti noleggiati sui loro social, autorizzando al contempo DressYouCan ad utilizzare i contenuti generati organicamente dagli utenti. 

Sempre con uno sguardo rivolto al raggiungimento di una crescita organica importante, verranno a stretto giro integrate varie tipologie di referral, al fine di incentivare i clienti esistenti a invitare gli amici a provare il servizio (un’acquisizione clienti che incide solo relativamente alla percentuale di sconto temporaneamente riservata ai nuovi utenti) e verrà istituito un programma di ambassador locali nelle principali città.

Non appena il modello di business passerà invece dal modello pay-per-use a quello della sottoscrizione, saranno necessari investimenti in campagne a pagamento. DressYouCan scalerà per portare a oltre 600 i marchi e designer del proprio catalogo e per allargare il proprio catalogo a tutte le categorie prodotto (abiti da sera, abbigliamento per il fine settimana, capi casual, outfit da ufficio, lounge, sport). Lo slogan dell’azienda è di “rimuovere l’onere della proprietà e rendere più facile per [le donne] vestirsi ogni giorno”.

Qual è attualmente il vostro piano di crescita e come sono cambiate le vostre prospettive con la pandemia di Covid-19?

La quarantena ha spinto i consumatori verso una forma di riflessione personale riassumibile nella massima ‘less is more’ e ad acquistare abbigliamento e accessori per necessità più che per sfizio personale. Tutti gli studi di settore prevedono un calo vertiginoso del fenomeno del fast fashion dopo il Covid e un ritorno al prodotto duraturo. Al contempo la costante ricerca di nuovo e l’abitudine a una fruizione usa e getta instaurata da un decennio di cultura di fashion di massa porterà con sé frustrazione di fronte a una scelta obbligatoriamente limitata. Il fashion renting permette di essere sempre al passo con la moda prediligendo però lo slow fashion e i prodotti duraturi.

L’economia dell’usato può essere una vera e propria leva per ripartire: per il Paese, perché è una forma di economia partecipativa che produce valore e mette in circolo risorse; per le persone, cui fornisce un beneficio economico tangibile; e per i singoli brand, come nuovo canale di distribuzione, monetizzazione, innovazione e test di mercato del fashion; per il pianeta, come conseguenza di una rinata responsabilità ambientale. In questo contesto DressYouCan sarà lo strumento ideale per rendere i consumi accessibili a più persone: il mercato del resale rappresenterà una risorsa economica per privati e brand, mentre il fashion renting offrirà una soluzione al retail moda e potrà permettere ai brand di non bruciarsi il magazzino mantenendone invariato il valore. Abiti e accessori fashion a noleggio

Per offrire un acquisto conveniente e sicuro il capo passa da un processo di lavaggio e igienizzazione, imballato e spedito annullando qualsiasi rischio di contaminazione. Lato meramente economico, ovviamente il Covid incide su eventi, feste, occasioni e socialità in generale, rendendo il nostro business meno vivo del solito. Anche per questo abbiamo trovato una linea alternativa nel filone sport e approfittato di questo calo per concentrarci sullo stressare il software e la piattaforma in modo da essere preparati per la ripartenza. È un momento in cui investire in asset intangibili così da moltiplicare ulteriormente la potenza del tangibile di domani. 

Per questo nell’ultimo anno DressYouCan ha iniziato la propria transizione verso la totale digitalizzazione del servizio, triplicando il numero di ordini online anno su anno e moltiplicando la propria visibilità sui social del 413%. Lato revenue l’aumento dei clienti ricorrenti è in linea con le previsioni di un passaggio alla logica della sottoscrizione entro i prossimi 2 anni; il rafforzamento (+69%) del canale B2B (wedding planners, stylist, cinema) mira ad assicurare uno stream di fatturato ricorrente; lo sviluppo del progetto TraveLight – Viaggia senza valigia, in partnership con hotel e piattaforme di booking conferma il trend di destagionalizzazione del noleggio.

Come verrà investito il denaro raccolto attraverso la campagna di crowdfunding in corso?

La scalabilità e la redditività di DressYouCan devono basarsi sull’eccellenza operativa e sulla previsione del comportamento dei consumatori. Per raggiungere questi obiettivi, sono necessari innanzitutto degli investimenti mirati per integrare tecnologicamente tutti i processi logistici, snellendoli, e sviluppare degli analytics adeguati allo studio e all’analisi previsionale delle preferenze dei clienti per perseguire piena efficienza operativa, implementando forme di affiliazione legate alla logica della sottoscrizione. 

In quest’ottica i maggiori investimenti verteranno su:

  • Integrare tecnologicamente tutti i processi logistici e sviluppare analytics per studio/analisi previsionale delle preferenze dei clienti
  • Ultimare un e-commerce performante che fornisca strumenti/funzionalità per creare applicazioni di e-Commerce B2B in modo agile.
  • Potenziare la strategia di marketing multicanale
  • Raggiungere la massima efficienza e esperienza utente (esperienze di acquisto personalizzate)
  • Assicurare fitting e ricordi positivi, con impatti sui loyalty rates nei confronti del servizio. Nell’ultimo anno +60% delle utenti ha ordinato più volte e ha provato brand diversi ogni volta.

Sono inoltre coinvolti in modo direttamente proporzionale alla crescita del business investimenti su personale, marketing, e inventario. Obiettivo ultimo quello di internalizzare l’intera blockchain operativa, dalla produzione di un private lable alla gestione diretta di tintoria e shipping per un'esperienza digitale senza soluzione di continuità che coinvolga l'intero ciclo di noleggio.

Nei prossimi 5 anni DressYouCan passerà da un modello di business in cui la maggior parte degli articoli noleggiati proviene dal proprio stock a un modello basato sulla collaborazione con i designer partner. Ne conseguirà una diminuzione del capitale necessario per acquistare beni e, al contempo, un incremento progressivo delle commissioni da riconoscere ai partner.

La nostra roadmap post raccolta è così articolata:

  • Nel corso del 2021 espansione su tutto il territorio nazionale portando a maturazione quanto impostato nel 2020. 
  • Tra 2022 e 2023 si prevede il raggiungimento della piena efficienza operativa con un aumento esponenziale di redditività e scalabilità del business grazie all’integrazione di servizi di AI e machine learning che portino alla previsione del comportamento dei consumatori. 
    Il numero e il dettaglio dei dati raccolti, in relazione a una customer base in costante aumento, porteranno a uno sviluppo sempre più raffinato di analytics a vantaggio della società e dei suoi partner.

Il passaggio dal modello pay-per-use al modello subscription sarà praticamente completato. Il radicamento sul territorio passerà auspicabilmente dallo sviluppo di collaborazioni con brand/retailers/atelier per l’apertura diretta di pop-up interni o per il coinvolgimento dei rivenditori a vari livelli nel ciclo di noleggio (da pickup point a franchising).

Dal 2024 DressYouCan sarà lanciato nell’internazionalizzazione europea del proprio servizio, con una forte identity legata al made in Italy. L’obiettivo di sviluppo europeo verrà realizzata attraverso la creazione di unit locali, ma non è esclusa la possibilità di espansione attraverso l’acquisizione di startup locali, tra cui alcuni potenziali competitor.


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