Chicca Lualdi: “Nelle nostre creazioni, lo storytelling di uno stile di vita”

Redazione BacktoWork 31/01/2022

La storia di un giovane brand di moda che è anche un caso di imprenditoria radicata in Italia ma che guarda al mondo, sullo sfondo di una grande attenzione verso il cliente, la comunicazione e il digitale.

Studi in Italia e negli Stati Uniti, un’esperienza sul campo con i più grandi marchi della moda e poi una visione che, una decina di anni fa, diventa un brand di successo, soprattutto nel settore della maglieria di alta qualità. E che ora punta in alto.

Ma andiamo per ordine, affidando il racconto di un’eccellenza del made in Italy, Chicca Lualdi, direttamente alle parole dell’omonima fondatrice.

Oggi, il protagonista assoluto della collezione del marchio è il cashmere, declinato in mantelle, dolcevita, cardigan e tutto ciò che costituisce l’outfit di un guardaroba femminile che interpreta un mondo di valori e che racconta un modo di essere e di vivere.

Che cosa racconta, quindi, lo stile di Chicca Lualdi?

Provengo da una famiglia molto nota nel mondo del design e già in tenera età ho avuto l’opportunità e la fortuna di avvicinarmi ad una certa visione estetica, che poi ho riversato nel mondo della moda. Tutto questo ha rappresentato la base della mia ispirazione, dove un’eleganza moderna ma insieme senza tempo dà vita a capi che aiutano le persone a vestirsi e non a travestirsi.

Concetti forti ed efficaci che, in quanto tali, necessitano di una comunicazione all’altezza.

Proprio così: lo storytelling, oggi, costituisce un elemento cruciale per il successo di un brand e di quello che propone, perché è attraverso di esso che si riesce a veicolare il proprio mondo di valori e aspirazionale.

Io credo che se fino a qualche tempo fa l’oggetto principale della comunicazione di un marchio era perlopiù il direttore creativo, che lo rappresentava alla stregua di una rockstar, oggi il valore della creatività si può - e si deve - affidare soprattutto ad una narrazione, testuale e visuale, che sia capace di spingere su tutte le leve del marketing, dai social network al product placement, attraversando tutti i canali senza soluzione di continuità, e mettendo al centro il cliente, che a sua volta partecipa attivamente a questo dialogo.

Quest’ultimo aspetto è molto importante, in che modo siete riusciti a trovare la vostra chiave per coinvolgere la vostra base di acquirenti?

Abbiamo realizzato diversi progetti in tal senso e tengo a citare, per esempio, Split Knit che è un po’ la risultante della nostra volontà di reinventare la maglieria assieme alle nostre clienti: un cardigan divisibile che si può comporre con l’unione delle due metà componibili giocando con i colori e con quattro diversi modelli per dare vita a infinite combinazioni.

Chicca Lualdi

Il brand di maglieria luxury 100% Made in Italy pensato per sentirsi uniche

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Tornando al prodotto, tutto ciò è possibile soltanto con un giusto equilibrio tra produzione industriale e alta artigianalità.

Il mio passato nel mondo della consulenza specializzata nel settore del fashion mi ha insegnato molto sui processi produttivi, e nel riversare questo know how nella mia azienda ho valutato che la formula più idonea per noi fosse quella di una struttura snella che si affida a laboratori specializzati e materiali ricercati di altissima qualità lavorati in modo sartoriale

Usciamo per un attimo dal nostro Paese, e spostiamoci altrove: in Asia, un territorio molto interessante (e sfidante) per chi lavora su tessuti, vestiti, abbigliamento. Come è nata l'opportunità di vendere in quel Continente?

Fermo restando il nostro principale interesse per il mercato italiano, ho sempre trovato un grande interesse per l’Oriente, e per il Giappone in particolare, di cui apprezzo soprattutto la sensibilità per uno stile senza tempo, dalle forme pulite e le linee essenziali, e la vera e propria ossessione per la qualità. Abbiamo trovato un gran bel feeling tra i nostri progetti e il consumatore giapponese.

E per quanto riguarda il resto del mondo?

Guardiamo con grande interesse al mercato americano, nel quale abbiamo già mosso i primi passi lo scorso luglio entrando all’interno di dieci stores, mentre per quanto riguarda l’Europa, stiamo valutando soprattutto Germania e Svizzera

Peraltro, se torniamo a riferirci alla fonte ispiratrice di cui ci ha parlato in partenza, l’affinità culturale con il centro e nord Europa è rilevante. 

Esattamente, il modo di vestire di quei Paesi è molto in linea con i nostri valori, con quel mood un po’ cosy e un po’ cocooning, che si esprime in capi sempre confortevoli e piacevoli da indossare.

Quali sono i vostri competitor e che cosa vi distingue dalla concorrenza?

Sul fronte aspirazionale in primo piano c’è sicuramente Brunello Cucinelli, soprattutto per il suo focus estremo sulla qualità. Su un piano più fattuale, ci sono diverse realtà con le quali dividiamo gli spazi di mercato: penso per esempio a Lorena Antoniazzi o Fabiana Filippi. In che cosa ci distinguiamo? Prima di tutto, per un giusto mix tra classicità e la freschezza e modernità delle proposte. E poi per la grande attenzione al cliente, la produzione esclusivamente made in Italy, l’ampia offerta specifica di maglieria, la capacità di ricercare e di abbinare il colore in un modo unico

Quali sono i vostri obiettivi di medio e lungo periodo? E quelli della campagna di crowdfunding?

Sicuramente vogliamo crescere nella comunicazione, nel marketing e nella partecipazione agli eventi. Con il denaro che raccoglieremo contiamo di avere a disposizione il sostegno necessario a finanziare questi propositi e ad aggiungere alla nostra squadra una figura strategica che ci permetta di essere più presenti e in modo migliore sui canali online, che ci guidi verso la digital transformation che ci permetterà di perseguire meglio la nostra crescita. 


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